Sicilia,"Progetto Presidio" a Marina di Acate, la Caritas con gli immigrati
Lunghe distese di serre. Le stradine che si inerpicano tra i campi e che si confondono con le casupole. Poco distante un borgo, Marina di Acate, una cittadina dall’identità strana e controversa. E’ una località balneare, in
Lunghe distese di serre. Le stradine che si inerpicano tra i campi e che si confondono con le casupole. Poco distante un borgo, Marina di Acate, una cittadina dall’identità strana e controversa. E’ una località balneare, in piena estate pullula di vacanzieri; in autunno ed in inverno, lo scenario si trasforma. Restano le serre, le case sono chiuse, i due negozi di alimentari hanno pochi clienti. Tutt’intorno presenze rare e sporadiche, nulla che abbia il sapore di una vita sociale.
Marina di Acate è il luogo prescelto dalla Caritas italiana per il “Progetto Presidio”. Dieci località in tutta Italia, una sola in Sicilia. C’è Saluzzo, unica città del Nord, ci sono Caserta, Teggiano / Policastro, in Basilicata, Melfi /Rapolla / Venosa, Trani/ Barletta/ Bisceglie, Nardò/Gallipoli, Acerenza, Foggia, in Puglia, Oppido Mamertina /Palmi, in Calabria e Ragusa, con Marina di Acate. “ “presidi” sono una rete di aiuto per tutti i lavoratori stranieri: una casa, un camper, o un’automobile che gira. Gira per i campi ed i luoghi in cui gli immigrati vivono. A Marina di Acate ci sarà un presidio permanente, in via delle Palme. Sarà aperto un giorno la settimana, il martedì pomeriggio. Negli altri giorni, gli operatori saranno a bordo di un furgone e raggiungeranno le campagne, le serre, i luoghi dove gli immigrati vivono. Si cercherà di intervenire laddove ci sono situazioni di sfruttamento, di degrado, di marginalità sociale. Ogni presidio ha un numero di telefono: chi ha bisogno di aiuto può anche telefonare
Il progetto giunge a pochi giorni dalla notizia, rilanciata dai media, di fenomeni di sfruttamento sessuale delle lavoratrici straniere, soprattutto rumene, nelle serre. Ma il Progetto Presidio era partito per tempo. Già a maggio era tutto pronto e si era cominciato con Nardò. A Marina di Acate il progetto è stato attivato a settembre.
A presentarlo ufficialmente nel pomeriggio di ieri è stato il responsabile del settore Migrazioni di Caritas nazionale, Oliviero Forti, insieme a Luciana Forlino, responsabile dei dieci Progetti Presidio attivati in Italia. C’erano anche Peppe Scifo, sindacalista Cgil, poi Ivana Tumino e Ausilia Cosentini, della cooperativa Proxima che ha avviato il il Solidal Transfert, un pulmino gratuito per gli spostamenti di chi vive nelle campagne e non ha mezzi per muoversi. Tumino e Cosentini sottolineano come la presenza del progetto presidio “ci fa sentire meno soli. E’ un lavoro insieme che darà i suoi frutti”. “Con Caritas collaboriamo da tempo – spiega Scifo – ben prima che venisse in evidenza il fenomeno dello sfruttamento sessuale delle donne”. “Operiamo in sinergia, con compiti diversi” aggiunge Leggio. Il progetto Presidio ha valenze molteplici: è un momento di socializzazione, offre aiuti immediati, come la doccia per chi non ce l’ha, un supporto a chi non conosce le pratiche burocratiche che deve attivare, anche per i servizi sanitari o per le pratiche burocratiche. Spesso c’è anche chi non ha un’auto o una bici per raggiungere la città ed ha questo pensa il progetto di Proxima. Accanto alla caritas c’è anche Medici senza Frontiere, che fa da supporto nei servizi sanitari.
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