L'Italia, il paese che ha rinunciato all'equità sociale
In Italia, ci lamentiamo legittimamente del fatto che politici e governanti siano riusciti ad abituarci ad infinite iniquità , a diseguaglianze di trattamento, a forme di giustizia a diverse velocità , parametrate alle opportunità dei risultati che ne derivano e a seconda che i cittadini abbiano o meno qualche santo nel paradiso delle ingiustizie,ma spesso, non badiamo che anche altri settori della società agiscono con le stesse logiche del potere, causando mali non minori rispetto a quelli provocati da chi ci governa o dovrebbe farlo.
La nostra società è malata, sono sempre più frequenti casi di violenza sessuale sui minori, reati d’ogni genere, che i mezzi d’informazione ci riportano utilizzando criteri che non possono essere condivisi.
La professione di giornalista è tra quelle più importanti e delicate d’una società ; si è sempre detto che una penna può ferire più di quanto possa fare un coltello o una pistola e da chi si occupa d’informazione si pretenderebbe un metro unico, lo stesso fervore o l’identico distacco nell’informare, a prescindere che si tratti di nomi eccellenti o dell’ultimo clandestino sbarcato.
Recentemente, a Modica sono accaduti purtroppo casi di violenza su minori, uno ad opera d’un extracomunitario del quale si è detto persino della sua settima generazione e di un altro il cui autore del turpe reato è un ottantenne pensionato del quale, chi ha riportato la notizia, si è limitato allo stretto indispensabile.
La cosa che lascia perplessi è la scelta nel tener conto della Carta di Treviso solo in alcuni casi. Una casualità ? Forse si, forse no. E ancora come mai negli articoli pubblicati in diverse testate online il giornalista o la redazione non fa cenno né al nome né alle iniziali dell’orco e poi si lasciano liberi i commenti con su scritto ogni minimo particolare! Cosa sta succedendo? Dov’è finito il codice deontologico dei giornalisti!
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L'Italia, il paese che ha rinunciato all'equità sociale