Quando le vittime della crisi incontrano la stupidità e l'insensibilità
In ogni epoca sono esistiti i ladri e in ogni parte del mondo sono sempre avvenuti furti in negozi d’ogni genere, anche se non si può non ammettere che la crisi economica dei nostri giorni, che ha devastato le vite di molti uomini, ha sicuramente accentuato il fenomeno.
Un tempo rubavano i ladri di professione, quelli che avevano deciso di operare fuori dalla legalità e i cleptomani, coloro che rubano perché avvertono un bisogno patologico ed irrefrenabile di prendere senza pagare ciò che capita prima, spesso cose inutili di cui non hanno effettivo bisogno e che se non fossero ammalati, potrebbero tranquillamente permettersi di comprare.
Oggi, purtroppo,oltre ai ladri di sempre e ai cleptomani che sembrano non guarire mai, si sono aggiunte le vittime della crisi che per sfamarsi sono costrette ad improvvisarsi ladri.
Spesso si tratta di pensionati sociali che debbono sbarcare il lunario con 400/500 euro al mese e se sono a casa in affitto, per mangiare non resta proprio nulla.
Costoro per me non sono né ladri né delinquenti, ma uomini che pur avendo una grande dignità, si umiliano a compiere gesti che loro stessi non condividono. Sono ladri per necessità, e se io fossi Giudice e mi trovassi a doverli giudicare, li assolverei senz’alcuna perplessità.
Purtroppo, non tutti la pensano come me, tant’è che nello scorso fine settimana in un supermercato di Vittoria, un anziano pensionato è stato sorpreso a rubare un pacco di pasta e il responsabile del negozio, malgrado un signore presente avesse dato la propria disponibilità a pagare per conto dell’anziano,ha chiamato le forze dell’ordine per sporgere denuncia nei confronti del novello Arsenio Lupin.
Se questo responsabile del supermercato è un vittoriese, io che di nascita lo sono, mi vergogno di esserlo.
Se l’anziano pensionato fosse stato sorpreso a rubare prodotti di lusso o materiale che palesemente non sarebbe servito a sfamarlo per un giorno, questo inutile eroe avrebbe tutta la mia comprensione e solidarietà, ma stiamo parlando d’un uomo che compie un gesto per disperazione, perché al bivio tra i morsi della fame ed il mantenimento della propria dignità.
Come si può essere tanto meschini? Ha voluto a tutti i costi uccidere un uomo morto, si, ammazzato dalla crudeltà della crisi che, dopo una vita di sacrifici, non gli concede la possibilità di vivere con decoro.
A quest’uomo che ha voluto giocare a far l’eroe, auguro solamente che possa patire le tribolazioni degli uomini onesti costretti a fare ciò che non condividono ma che la vita impone.
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Quando le vittime della crisi incontrano la stupidità e l'insensibilità