Le vendite all'asta e gli stomachevoli attestati di solidarietà del mondo politico
Ora che le passerelle e la recita del copione di solidarietà di alcuni politici sono scemate, ho piacere d'intervenire sul caso Giacchi di Vittoria per la vendita all' asta dei suoi beni e per alcune anomalie che continua a registrare il sistema bancario, oltre all' ipocrisia dei soliti personaggi politici che non perdono occasione per mostrare la propria pochezza. Conosco Angelo Giacchi da sempre, ho avuto l'onore di conoscere anche suo padre, noto imprenditore nel commercio di ortofrutticoli, che contribuì non poco, per la sua nobiltà d'animo, alla crescita di alcuni agricoltori nel passaggio da braccianti agricoli a piccoli imprenditori serricoli, mediante aiuti concreti per affrontare economicamente i loro progetti e l'acquisto d'un terreno per lavorare in proprio. Quanto a bontà d'animo, Angelo non è diverso dal padre e forse , la causa principale del suo fallimento imprenditoriale è conseguente a questo; si è fidato di chi non doveva ed a torto ha pensato che la gente alla quale si fa del bene non possa rispondere facendo del male. Probabilmente, non ha tirato i remi in barca quando i tempi cambiavano e l'indebitamento con le banche rappresentava l'ostacolo insormontabile per una prospettiva positiva. Tuttavia, se vivessimo in un paese nel quale le banche piuttosto che aprire le procedure per lo scippo del patrimonio del cliente in difficoltà, si attiverebbe per trovare le operazioni di salvataggio dello stesso, i casi di fallimento sarebbero molti di meno di quanti in realtà sono. Angelo Giacchi ha speso alcuni anni della sua vita per cambiare certe forzature del mondo bancario e dei suoi atteggiamenti verso l'imprenditoria entrando in politica e sposando le idee di Raffaele Lombardo al quale diede un importante contributo per la sua elezione alla Regione. Sono dieci anni che Angelo vive le difficoltà di chi ha intrapreso nel commercio dell'ortofrutta fresca e non ne ha fatto mai mistero né da cittadino né da politico. Oggi che per attenzionare la sua disperazione è costretto allo sciopero della fame, alcuni politici manifestano la propria solidarietà. Se non ci fosse da piangere sarebbe davvero il caso di ridere; ma questi signori, piuttosto che esprimere solidarietà, perché negli anni passati non hanno assolto al proprio dovere? Perché non hanno fatto una legge in soccorso degli imprenditori in difficoltà? Se oggi costoro non avessero detto nulla, sarebbero stati più apprezzabili:Non tollero le frasi di circostanza e l'ipocrisia.
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Le vendite all'asta e gli stomachevoli attestati di solidarietà del mondo politico