Mentre cresce l’insoddisfazione per l’offerta sanitaria provinciale, a Comiso arriva l’ambulanza medicalizzata. Una svolta epocale per la città ed i cittadini comisani che potranno, se del caso, chiamare il 118 e oltre all’infermiere avranno l’assistenza del medico a bordo dell’ambulanza. A darne notizia il sindaco Filippo Spataro e il deputato regionale Pippo Digiacomo in qualità di presidente della commissione sanità. “In questi giorni – ha spiegato l’onorevole Digiacomo – il commissario straordinario Angelo Aliquò e il direttore sanitario Giuseppe Drago si stanno adoperando per organizzare al meglio la postazione medicalizzata del 118 che sarà ubicata all’interno del pronto soccorso del Regina Margherita: l’ambulanza di ultima generazione è stata già attrezzata con presidi di emergenza come il defibrillatore, l’ecografo portatile, farmaci e presidi d’emergenza”. Sicuramente un ottimo traguardo quello raggiunto per la città aretusea che rischiava di essere penalizzata dopo la rimodulazione dell’offerta sanitaria così com’è successo in altre realtà della provincia iblea. Allora ci si chiede, come mai i cittadini di Scicli non possono usufruire di un servizio/presidio di emergenza/urgenza così importante? Per troppi anni gli sciclitani sono stati vittime di un sistema decisionale sanitario scellerato che ha trasformato l’ospedale in un cronicario. Hanno preferito investire nell’implementazione di vari servizi sanitari ambulatoriali e mantenere attive Unità Operative “cloni” a pochissimi chilometri di distanza l’una dall’altra (Chirurgia, Medicina, ecc…) impiegando risorse umane preziose (Medici, infermieri, ecc), e non solo, piuttosto che far confluire tali risorse in un’unica, struttura all’interno del presidio, il servizio di emergenze urgenza “Pronto Soccorso” con le sue strutture satellite (ambulanza medicalizzata). Speriamo che i nuovi vertici sanitari aziendali e la deputazione regionale iblea dia soluzione a tale questione, nel più breve tempo possibile, così com’è avvenuto a Comiso. C’è un diritto alla salute che non è negoziabile. Lo dice la Costituzione Italiana, lo dicono le Carte dei diritti internazionali: il diritto alla salute è un diritto fondamentale della persona, e le Carte internazionali lo considerano un “diritto umano”. FOTO REPERTORIO