Modica – Dopo un anno il fluorangiografo dell’ospedale Maggiore di Modica è ancora fuori uso. A lamentare tale disagio alcuni pazienti che in queste ultime settimane si sono rivolti al nosocomio modicano e sono stati deviati verso altre strutture sanitarie della Provincia per poter eseguire l’esame diagnostico. Una storia questa non nuova, anzi. Una storia che pubblichiamo dopo aver ricevuto una lettera nella nostra redazione che lascia riflettere. “E’ vergognoso – scrivono nella lettera – che nel terzo millennio ci siano strumentazioni ospedaliere che non funzionano e chi deve fare un esame oggi, quasi di routine debba rivolgersi ad un’altra struttura pubblica dove comunque bisogna attendere una lunga lista d’attesa o in alternativa scegliere la strada più semplice e costosa che porta ad una struttura privata. Ci siamo rivolti al CUP per prenotare la prestazione e ci è stato detto che l’esame deve essere eseguito al Maria Paterno Arezzo di Ragusa dove però si deve attendere una lunga lista d’attesa. Perché la sanità non funziona? Cosa aspettano per riparare questo macchinario diagnostico? A chi dobbiamo rivolgerci?”. Lo strumento diagnostico, oggetto della questione, in dotazione all’ U.O. di Oculistica della struttura sanitaria modicana consente di studiare accuratamente i vasi sanguigni della retina e della coroide. Funziona iniettando in vena un mezzo di contrasto: così i medici oculisti possono osservare con particolare accuratezza lo stato di salute delle due strutture oculari. Grazie a questo esame si riescono a mettere in evidenza le aree non irrorate (ischemiche) ed eventuali lesioni provocate da nuovi vasi che si sviluppano a causa di carenza di ossigeno. I pazienti che necessitano di questo tipo di esame sono i diabetici.