Sono partiti a bordo di un pulmino grigio e con alcune macchine di scorta i membri del governo hanno lasciato Palazzo Chigi per dirigersi all’Abbazia di Sarteano per il conclave voluto da Enrico Letta. Il ritiro è riservato al premier, ai 20 ministri e al sottosegretario alla presidenza del consiglio. Nelle sale dei monaci, ogni ministro dovrà portare le sue proposte per i primi 100 giorni, come ha chiesto Letta. Le priorità sono tre: casa, lavoro e riforme istituzionali. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni (Bankitalia) dovrà spiegare cosa fare dell’Imu, che il Pdl vuole abolire, spiegare dove trovare le risorse sostitutive, proporre incentivi per ristrutturazioni e risparmio energetico. Il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato (Pd), quello del Lavoro Enrico Giovannini (Istat) e quello delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl) metteranno sul tavolo le loro idee per far ripartire l’economia, risolvere le emergenze della cassa integrazione e degli esodati, creare lavoro per i giovani (il vero pallino di Letta). L’obiettivo è tracciare una politica nazionale che permetta di gestire e non subire le direttive Ue. Al ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello spetta il delicatissimo dossier delle riforme istituzionali, in particolare quella della legge elettorale, già fallita nella passata legislatura, ma diventata indispensabile dopo il pasticcio uscito al Senato. Il ministro all’Integrazione Cecile Kyenge (Pd) metterà sul tavolo la legge sulla cittadinanza, il ministro alle Pari Opportunità Josefa Idem (Pd) il riconoscimento delle unioni omosessuali, entrambe cercando consensi a destra. Siria, Medio Oriente, Maghreb e Somalia, oltre alla questione dei marò, saranno i temi del ministro degli Esteri Emma Bonino.