Questa settimana , in occasione della giornata mondiale dell’acqua, 22 marzo, in provincia di Parma, a Fontanellato verrà presentato il Word Water development Report 2018 dell’Onu.
Il problema investe 2 miliardi di persone nel mondo che vivono in aree potenzialmente in zone povere di acqua, oltre ad altri 3,5 miliardi che vivono in zone a forte scarsità d’acqua per almeno un mese l’anno, avrà effetti devastanti se si guarda agli scenari futuri. Seppur meno drammatica ma comunque considerata di latente emergenza dagli esperti dell’Irsa- Cnr e dell’Associazione per la tutela del territorio e delle acque irrigue è la situazione italiana, anche se il lago di Bracciano nel 2017 ha avuto momenti acuti di crisi, e in Sicilia i principali invasi contengono meno di 100 milioni di mc di acqua contro i 600 milioni della capienza degli invasi di qualche anno fa (2000).
Il Report dell’Onu, come ci fa evidenziare Giuliano Aluffi su Repubblica del 14 marzo, si concentra su un tipo particolare di soluzioni: quelle basate sulla natura, le infrastrutture verdi, ovvero la riforestazione in campagna, l’uso di aiuole e giardini pensili in città. L’obiettivo è di conservare l’acqua negli ecosistemi naturali al fine di evitare e/o limitare l’evaporazione come peraltro si prevede con gli aumenti delle temperature in atto. Invece di pensare a costruire nuove dighe e molto meglio conservare l’acqua nelle falde del sottosuolo con un doppio scopo, si conserva meglio e si decontamina in maniera naturale – la legislazione italiana ha già predisposto qualche decreto.
Le strategie verdi sono peraltro a costo zero in quanto basta proteggere la aree fra i fiumi e le terre coltivate lasciando delle fasce di vegetazione spontanea ( le fasce tampone). Queste fasce hanno anche la funzione di assorbire parte degli erbicidi e dei pesticidi che si utilizzano in agricoltura – in special modo nell’agricoltura intensiva. Lo scenario del report analizza le 482 città più grandi del mondo, mostra come il 27% di queste città avranno nel 2050 una domanda di acqua che eccede la loro disponibilità d’acqua di superficie ed un 19% aggiuntivo avrà un potenziale di conflitto fra uso dell’acqua urbano ed uso agricolo. Si prevede inoltre che la domanda di acqua crescerà del 80% entro il 2050. I cambiamenti climatici renderanno sempre più variabili le precipitazioni e meno sicure le riserve d’acqua.
Se infine pensiamo che la popolazione mondiale è in costante aumento – si raggiunse il primo miliardo nel 1804, il secondo si raggiunge quasi cento anni dopo, adesso aumentiamo di un miliardo ogni 12-13 anni – la riduzione dei consumi, la conservazione naturale dell’acqua, il riutilizzo delle risorse idriche, sono obiettivi da perseguire da subito, magari già a Fontanellato. Ci aspettiamo che si comincino a mettere in atto tutte le strategie adeguate per tutelare e difendere l’oro blu. (Pietro Storniolo)