Una delegazione del Comitato Pro-Tribunale di Modica (composta dal Portavoce, Enzo Galazzo, da Enzo Cavallo, Roberto Garaffa e da Giovanni Cassibba) è stata ricevuta ieri a Ragusa dal Presidente del Tribunale, Biagio Insacco, al quale è stato illustrato il documento emerso dall’assemblea che ha avuto luogo a Modica lo scorso 27 gennaio.
L’incontro è servito anche a consegnare una lettera, approvata dal Comitato Pro Tribunale, sabato scorso e indirizzata al Procuratore Generale. Nella missiva si evidenzia come già dal 2010 e in più occasioni è stata segnalata la criticità strutturale del Palazzo di Giustizia di Ragusa. Tali "criticità" – assieme ad altre attinenti alle misure di sicurezza previste dalla normativa antinfortunistica – sono state portate a conoscenza, delle competenti Autorità, giudiziarie e amministrative oltre che tecniche, nonché della opinione pubblica.
Nessuna iniziativa di messa in sicurezza delle strutture interessate però è stata ad oggi posta in essere, nonostante che il territorio di Ragusa sia esposto al notorio gravissimo pericolo sismico tanto da essere classificato“zona rossa”. Il plesso giudiziario non assicura peraltro – a differenza del dismesso Palazzo di Giustizia di Modica – tutela a quanti, a diverso titolo, sono costretti a frequentarlo. In particolare è stata stigmatizzata la mancanza di “una scala esterna in acciaio”, disposta per espressa prescrizione dei Vigili del Fuoco – della quale il dirigente dell’U.T.C. di Ragusa dava certezza di realizzazione entro 180 giorni dalla nota prot. n. 31567/14 del 18/4/2014 a sua firma, nonché del sistema di allarme antincendi in atto affidato ad un fischietto appeso alla parete della stanza di una impiegata.
Lo stesso Ufficio del Genio Civile di Ragusa ha infine, con nota n. 18310 del 25/1/18, segnalato l’attuale inadeguatezza della struttura giudiziaria di Ragusa, non antisismica e di fragile fisicità. Di fronte alla ripetuta insensibilità il Comitato si rivolge al Procuratore generale affinché assuma le opportune iniziative che possano scongiurare tragedie annunciate.