Ha avuto sede a Ragusa un incontro sui risultati del progetto europeo Life Plus Trota che in questi ultimi 4 anni ha portato avanti importanti azioni di conservazione delle popolazioni esistenti di trota mediterranea (Salmo cettii ex macrostigma) in alcuni bacini idrografici dell’Appennino centrale.
L’incontro, ospitato nella sala convegni del Palazzo dell’ex Provincia, è stato l’occasione per lo scambio di informazioni, opinioni e buone pratiche con gli attori istituzionali, tecnici e politici del progetto siciliano, che ha come obiettivo quello di coniugare pesca ricreativa, recupero dei popolamenti ittici naturali e salvaguardia degli ambienti acquatici della Sicilia sud orientale. Non casuale la scelta della nostra città in quanto in quest’area sud-orientale siciliana è attivo il “Progetto Macrostigma”, progetto siciliano di salvaguardia della trota iblea tipica, svolto dagli anni ’80 in collaborazione tra il Libero Consorzio comunale di Ragusa (già Provincia Regionale di Ragusa), la F.I.P.S.A.S. di Ragusa e l’Ittiologo Antonino Duchi.
Un progetto che negli anni ha raggiunto diversi traguardi quali: il primo regolamento provinciale per la gestione della pesca sportiva in Sicilia, il primo Incubatoio di Valle (nel mulino San Rocco di proprietà dell’ex Provincia n.d.r.) per il recupero della trota autoctona in regione, la prima Carta Ittica provinciale siciliana, il più efficiente servizio di vigilanza sulla pesca nella acque interne nonché l’elaborazione di pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali. A confrontarsi durante l’incontro, i progetti portati avanti in Sicilia e nelle Marche. Analisi ambientali, campionamenti ittici, attività di sensibilizzazione, reintroduzione e ripopolamento con trote autoctone, sono state solo alcune delle attività svolte nell’ambito del progetto le cui finalità sono state quelle di mettere in sicurezza i nuclei di trota mediterranea pura e, più in generale, di proteggere i pesci dulcicoli, ovvero d’acqua dolce, dell’area mediterranea e gli habitat fluviali di cui fanno parte.
E i risultati, portati avanti dal partenariato, sono stati considerevoli: basti pensare che durante il progetto sono stati prodotte quasi 100.000 uova di trote mediterranee e uno stock di riproduttori puri di circa 500 esemplari. Sull’esito dell’incontro esprime un giudizio molto positivo Diego Mattioli, Project Manager del progetto che afferma “siamo stati particolarmente soddisfatti di chiudere in Sicilia l’attività di disseminazione del progetto in quanto il Life+ Trota non solo ha rappresentato una reale opportunità per il territorio marchigiano perché, grazie alle ricerche e alle attività finora intraprese, siamo stati in grado di adeguare i programmi regionali di gestione della fauna ittica nel rispetto della normativa vigente (nazionale e regionale), garantendo un corretto equilibrio fra esigenze di conservazione e aspettative dei pescatori sportivi.
Ma anche perché la tappa siciliana ci ha permesso di avviare un percorso di confronto con i colleghi grazie ai quali possiamo delineare le future prospettive di gestione e conservazione della specie nei siti Natura 2000”. Gli fa da controcanto l’ittiologo ragusano Antonino Duchi, che segue il progetto Macrostigma “siamo molto orgogliosi e soddisfatti del fatto che sia stata scelta Ragusa per questo importante momento di confronto tecnico scientifico, ciò infatti rappresenta un riconoscimento per un percorso innovativo iniziato tanti anni fa e portato avanti con grande impegno.
Un progetto di conservazione, va sottolineato, promosso dai pescatori sportivi iblei rappresentati dalla F.I.P.S.A.S. di Ragusa, ed in particolare dai suoi guardiapesca volontari, che hanno partecipato attivamente a tutte le sue fasi. Il confronto con i colleghi che sono intervenuti ed hanno portato l’esperienza del centro Italia ci ha offerto diversi spunti per approfondimenti ed ulteriori sviluppi delle nostra attività, come anche auspico che l’esperienza di Ragusa possa essere di utilità per il continuamento post Life nelle Marche.” (daniele distefano)