Lina La Perla non la ferma niente e nessuno. Neanche la sua patologia. Una paraparesi spastica agli arti inferiori che dalla nascita ha reso il suo percorso di vita e di movimento difficoltoso.
Ma nonostante la sua patologia, Lina ha scelto la vita, e non ha rinunciato ai suoi desideri, primo fra tutti quello di diventare madre: 6 bellissimi figli sono il suo orgoglio più grande. Negli ultimi anni, però, le articolazioni hanno iniziato a cedere e con loro anche l’autonomia completa nella vita di tutti i giorni. Dunque sedia a rotelle, barriere architettoniche, ostacoli fisici e mentali in una società come la nostra in cui per una persona disabile ogni giornata rappresenta una sfida più che per chiunque altro. E’ per questo che la sua più grande scommessa era quella di rimettersi in piedi, di risentirsi padrona della propria vita e di se stessa.
E questo desiderio si è finalmente realizzato, dopo un percorso lungo e complicato, alla ricerca delle persone e delle soluzioni migliori per raggiungere il grande obiettivo, senza lasciarsi scoraggiare da pareri che spesso fanno male al cuore. “Quando le mie ginocchia hanno iniziato a cedere – ci racconta Lina – la via chirurgica si è rivelata non risolutiva se non addirittura rischiosa, come del resto le cure palliative, anch’esse non risolutive. Così, adattandomi solo momentaneamente alla sedia a rotelle, mi sono messa alla ricerca di una soluzione alternativa, della via giusta che andasse bene per me.
E l’ho trovata con i tutori in fibra di carbonio, titanio e kevlar che adesso indosso e che mi consentono finalmente di essere autonoma, rendendo molto più agevole anche il semplice salire uno scalino. Ho ritrovato il piacere di muovermi liberamente, in una città ahimè piena di barriere architettoniche. Un’impagabile sensazione di libertà e felicità, come una ventata d’aria fresca nella mia vita: questo rappresenta per me il sentirmi nuovamente “alta”!” I tutori che indossa Lina sono in grado di stimolare la muscolatura in persone con patologie come la sua oppure che hanno avuto ictus, paralisi, o che sono affette da sclerosi multipla, spina bifida, ecc.
“Ho sempre vissuto la mia disabilità – continua – non come un problema, ma cercando di fare le cose e di vivere la mia vita nel modo più naturale possibile. Ed è questo il suggerimento che darei a chi purtroppo si scoraggia, a chi si lascia abbattere dalla propria condizione, a chi si arrende: vivi per goderti la tua vita, per prendere il meglio da ciò che essa ti da ed accoglila con entusiasmo, anche se ti sembra la cosa più difficile”.