Rispetto a certe tematiche purtroppo c’è ancora molto da fare. La constatazione questa volta viene dall’episodio denunciato dalla consigliera comunale di Ragusa Manuela Nicita che in una recente seduta del massimo consesso cittadino, aveva portato con sè in aula i sue due figli e li aveva fatti sedere accanto a sè tra i banchi.
La Nicita pensava che nessuno avrebbe avuto da ridire e invece la cosa ha scatenato le proteste degli organismi di controllo che hanno intimato alla mamma-consigliera di allontanare i bambini dall’aula o quantomeno di farli stare nella zona riservata al pubblico. Questo però le avrebbe impedito di esercitare la sua funzione. "Purtroppo ci sono delle regole da rispettare" hanno evidenziato i tutori dell’ordine e così l’episodio si è concluso con l’uscita dall’aula di mamma e figli. Lo spunto per riflettere su questo problema però rimane ed è quantomai attuale.
E’ evidente che non esiste alcuna pari opportunità e che siamo ancora lontani anni luce dal potere accampare diritti che siano simili a quelli dei rappresentanti di sesso maschile. Episodi simili si sono verificati purtroppo in molti altri enti del nostro Paese, ancora molto lontano rispetto ad altri. Nel parlamento europeo, ad esempio, le mamme-deputate possono tranquillamente partecipare ai dibattiti e alle votazioni, con i neonati al seguito. A Parigi esiste un asilo nido sia all’Eliseo sia all’Assemblea nazionale. E lo stesso in altri paesi: in Spagna, le parlamentari possono votare per via telematica.
In Svezia ci sono servizi per i bimbi e l’allattamento. In Italia le donne sono ancora costrette a scegliere tra figli e politica.