Conclusa la settimana mondiale per la consapevolezza sull’uso degli antibiotici dal 13 al 19 novembre 2017. Lo scopo dell’evento sensibilizzare l’opinione pubblica sull’antibiotico resistenza che sta coinvolgendo, in modo sempre maggiore, la popolazione di tutto il mondo.
Negli ospedali dell’Unione Europea, fino al 50% degli antibiotici sono usati in modo eccessivo o inappropriato. In Europa, il consumo di antibiotici specifici per il trattamento delle infezioni multi resistenti è raddoppiato nel periodo compreso tra il 2010 e il 2014. L’Italia è uno dei paesi dove si registra il maggior consumo di antibiotici (27,8 dosi ogni 1.000 abitanti al giorno). Due importanti società scientifiche europee, ESCMID (European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases) e ESICM (European Society of Intensive Medicine), hanno lanciato ANTARCTICA (Antimicrobial Resistance Critical care), una vera e propria Alleanza europea contro l’antibiotico resistenze nelle terapie intensive.
La call to action rivolta a tutti gli specialisti è quella di utilizzare meglio gli antibiotici in questo specifico setting, migliorare le tecniche di diagnosi e cura. L’utilizzo smodato di antibiotici ha annientato i loro effetti e reso i batteri molto più resistenti, con trend in crescita e costi sanitari sempre più insostenibili. Ogni anno, le infezioni antibiotico resistenti uccidono circa 700.000 persone in tutto il mondo, e nel 2050, questa cifra potrebbe salire a 10 milioni. Un rapporto della Banca Mondiale che analizza le minacce economiche di AMR (si riferisce alla capacità di un microrganismo come batteri, virus e alcuni parassiti di fermare antibiotici e antivirali) suggerisce anche un calo del 3,8% del PIL annuo mondiale entro il 2050.
A preoccupare sono soprattutto le infezioni provocate da Klebsiella Pneumonia e Carbapenemasi-produttrice, resistente a tutti gli antibiotici nel 50% dei casi, e lo Pseudomonas aeruginosa. La Klebsiella pneumonia è un batterio che colonizza l’intestino dei portatori e che assume doppia valenza, infatti, da innocui microrganismi che convivono pacificamente con l’uomo, possono trasformarsi in feroci assassini, nel momento in cui in un soggetto immunodepresso invadono distretti differenti da quelli abituali, come polmoni e vie urinarie, creando, vere e proprie setticemie.