Anche il gruppo consiliare ragusano di Insieme trova da ridire sulla procedura di affidamento della concessione della gestione dei servizi di custodia, promozione e valorizzazione del museo del costume, definita “nebulosa” tanto da fargli esclamare “tanto tuonò che piovve”.
I consiglieri del gruppo Maurizio Tumino, Peppe LoDestro, Elisa Marino, Giorgio Mirabella e Angelo La Porta, alla notizia che “finalmente il museo del costumo, al piano terra del Castello di Donnafugata, prende corpo”, osservano che “l’amministrazione grillina, nonostante le diverse ripetute sollecitazioni, ha perso tempo. Prima forse in contrapposizione con il convincimento dell’ex assessore Campo che aveva pensato nel 2014 di affidare la gestione del Castello, forse a qualche amico o amico degli amici poi per manifesta inadeguatezza. Da giugno di quest’anno, dimenticando quanto fatto precedentemente, la giunta municipale ha pensato un nuovo affidamento.
Sono passati 6 mesi, oltre 180 giorni, per arrivare alla determinazione della pubblicazione del bando di gara”. Ma proprio su questo bando di gara e sulla tempistica di esso, si focalizzano gli strali dei consiglieri di Insieme, che così proseguono “aprire al partneriato pubblico – privato per meglio utilizzare e sfruttare il patrimonio artistico – culturale monumentale del Comune è cosa da apprezzare ma ci appare specioso che il privato che vuole approcciarsi a questa esperienza (500 mila euro è il valore stimato della concessione) abbia appena 15 giorni per formulare la sua offerta.
Dovrebbe predisporre un offerta tecnica qualitativa per la valorizzazione culturale del Museo tenendo conto alle strategie di promozione e di marketing turistico nel contesto territoriale, anche mediante l’inserimento di itinerari dedicati allo scopo di aumentare la frequentazione del sito, mediante una progettualità precisa inerente le iniziative da realizzare all’interno del Museo, pensare ad una modalità di gestione delle visite guidate con particolare riferimento ai diversi target di visitatori, proporre nuovi strumenti di visita legati alle nuove tecnologie, organizzare le risorse per le visite stesse, per i servizi di custodia e per l’accoglienza al pubblico”.
Insomma, secondo i cinque consiglieri comunale “il Comune prende tempo, impiega tutto quello necessario a predisporre i documenti di gara e però non lascia spazio al privato per conoscere i luoghi, per accertare il possibile appetito del mercato e per formulare un offerta rigorosa e attenta alle diverse sfaccettature”. Vista la complessità di tali operazioni propedeutiche alla presentazione dell’offerta, a fronte dei 15 giorni di tempo previsti, Maurizio Tumino, Peppe Lodestro, Elisa Marino, Giorgio Mirabella e Angelo La Porta chiedono "per non dare adito a chi pensa già che è tutto prestabilito, come altre volte è già successo, di prorogare la data di scadenza del bando stesso al fine di consentire la massima trasparenza e la massima partecipazione alla gara.
Un’amministrazione trasparente, pulita come è quella attuale non credo possa negare questa opportunità. Se non dovesse succedere allora evidentemente dovremmo dare ragione ai malpensanti, a chi crede che già qualcuno, per tempo, era stato informato di ogni cosa”. (da.di.)