Mentre sull’emergenza rifiuti le polemiche delle forze di opposizione all’amministrazione pentastellata sono state accesissime, al limite dell’insulto personale (vedi Calabrese segretario comunale Pd nei confronti dell’assessore all’ambiente Antonio Zanotto), il circolo Il Carrubo di Legambiente Ragusa, mai tenero nei confronti dell’amministrazione Piccitto, anche per il defenestramento da assessore all’ambiente dell’esponente storico dell’associazione stessa, Claudio Conti, adotta questa volta una posizione equilibrata e mai denigratoria per presa di posizione.
Legambiente piuttosto preferisce ricordare i fatti nel loro succedersi “la chiusura della discarica di Ragusa senza aver predisposto in tempo valide alternative nella gestione e smaltimento dei rifiuti è una sconfitta per la città e un fallimento per la politica locale. Che la discarica di Ragusa fosse prossima alla chiusura lo si sapeva da tempo come Legambiente ha sempre denunciato, ma l’ amministrazione comunale ha sempre pensato che una soluzione per sotterrare i rifiuti la si sarebbe sempre trovata. Dalla autorizzazione regionale di abbancamento di ulteriori di 20.000 tonn. del 2013, che doveva essere l’ultima in quanto i volumi conferibili erano esauriti, a Cava dei Modicani sono entrate altre 120.000 tonnellate di rifiuti trascurando la raccolta differenziata e le politiche di riduzione della produzione dei rifiuti, proposte promosse e sollecitate da Legambiente, le sole che avrebbero potuto allungare la vita della discarica in attesa dell’avvio dell’impianto di compostaggio e della nuova gara di raccolta differenziata spinta.
Sarebbe bastato obbligare l’attuale gestore a rispettare il ridicolo, ma illegale per legge, obiettivo di raccolta differenziata previsto dall’attuale contratto in proroga, il 28%, per allungare la vita della discarica almeno fino a dicembre 2017. Invece si è scelta la strada del vogliamoci bene con il gestore dell’appalto, così come era successo dal 2008 fino al 2013 (periodi di amministrazione Dipasquale prima e di gestione commissariale dopo n.d.r.)”. Ma Legambiente non trascura certo le responsabilità della Regione per “le scelte, o meglio le non scelte della stessa e del suo Presidente Crocetta in materia di rifiuti che sono state, a voler essere buoni, drammatiche e schizofreniche con il risultato di portare la Sicilia ad una situazione peggiore della Campania di inizio anni 2000”.
Ma per tornare all’ambito locale “l’Amministrazione Comunale di Ragusa, quella dei “Rifiuti zero“ dalla quale ci saremmo aspettati molto di più, avrebbe potuto all’interno dell’attuale capitolato d’appalto migliorare (art. 18) e non di poco, la situazione, ma ha deciso di non intervenire aspettando non si sa cosa, portandoci alla drammatica situazione odierna”. All’Amministrazione comunale di Ragusa viene addebitato che “forse non ha mai creduto che la raccolta differenziata spinta e la riduzione dei rifiuti fossero la soluzione, tanto da non aver fatto partire fino ad oggi il centro per il riuso, non aver investito nel Centro Comunale di Raccolta che dopo il boom iniziale è frequentato solo da pochi eroici cittadini, non aver preteso da parte della ditta di fare un seria campagna di comunicazione ambientale e soprattutto non aver preso in considerazione la rescissione del contratto per ripetuti disservizi gravi, come tutti i cittadini possono verificare, in modo da avere una ditta più seria e collaborativa”.
Il circolo Il Carrubo avanza poi le sue proposte “è necessario far partire subito il nuovo appalto con un affidamento d’urgenza al vincitore della gara senza aspettare l’esito del ricorso al Tar fissato per dicembre e procrastinare ulteriormente la soluzione del problema, ma mirando in modo determinante ad aumentare la raccolta differenziata e ridurre i relativi conferimenti in discarica. Non va trascurato che la chiusura della discarica comporterà un costo aggiuntivo per l’Amministrazione Comunale, e quindi per i cittadini di circa 2.000 € al giorno di solo trasporto. Solo così si avrà la credibilità per chiedere e ottenere dalla regione di andare a conferire subito a Lentini come era già previsto da tempo. Cava dei Modicani non va più riaperta ma va immediatamente bonificata visto che la falda idrica sottostante la discarica è inquinata da nichel, manganese e nitrati. Stupisce che, a seguito dei nuovi orientamenti europei e nazionali in tema economia circolare, ancora si parli della fantomatica quarta vasca e di grandi impianti quali la pirolisi come soluzione di tutti i problemi.
Se si fosse operato come in tanti capoluoghi meridionali ( Salerno, Benevento, Caserta, Cosenza, Nuoro, Oristano, Olbia, Sassari, Andria, Barletta e tanti altri… ), oggi non parleremmo di emergenza rifiuti conclamata e non saremmo inchiodati sotto il 20% di raccolta differenziata ( dati ufficiali ISPRA ). Sarebbe bastato fare come Monterosso Almo che da un anno all’altro ha più che dimezzato i suoi conferimenti in discarica con il risultato di non soffrire o soffrire poco”. Infine le conclusioni di Legambiente Ragusa “nessuno può tirarsi fuori da questa brutta storia dicendo che la colpa è degli altri. Tutti devono assumersi le proprie responsabilità e trarne le conseguenze.
A Crocetta e ai vari assessori regionali ai rifiuti Legambiente da tempo non sospetto ha richiesto le dimissioni per il disastro prodotto ma ciò non esclude le responsabilità a livello locale; l’assessore all’ambiente di Ragusa ha dimostrato buona volontà ma deve prendere atto che non ha raggiunto i risultati sperati non solo per colpa di Crocetta e di un destino cinico e baro, ma per mancanza di coraggio e di visione del futuro”. (da.di.)