Accanto alle iniziative generali in difesa dei piani paesaggistici, contro le trivellazioni e gli ecoreati, l’azione locale di Legambiente Ragusa, che opera con il suo circolo Il Carrubo, sotto la presidenza di Claudio Conti e con la qualificatissima consulenza scientifica del biologo marino Antonino Duchi, si traduce anche in iniziative concrete sul campo.
Il primo assaggio si era avuto l’ultima domenica di maggio con l’operazione spiagge e fondali puliti, edizione 2017. Più di cento volontari, fra i quali circa 50 alunni delle classi 4° dell’Istituto Comprensivo Psaumide di Santa Croce Camerina (RG) accompagnati dalle insegnanti e dai genitori, un gruppo Scout Agesci di Ragusa, l’Associazione Liberamente di Santa Croce Camerina, l’associazione Cerianto Sub dei Petali del Cuore e volontari Legambiente hanno ripulito la spiaggia di Randello nel comune di Ragusa e i suoi fondali con l’impiego di due sub di Legambiente. Essenziale il contributo di alcune decine di migranti ospitati dalla Coop. Filotea e dalla Fondazione San Giovanni Battista Oltre 50 i sacchi di rifiuti raccolti rappresentati quasi del tutto da plastica portata dal mare e proveniente dalle coltivazioni serricole.
Diverse le persone, fra cui turisti provenienti dal Veneto, che si sono unite spontaneamente ai volontari. Dal mare al fiume invece per la giornata mondiale dell’ambiente organizzata dall’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) di Ragusa, che ha scelto come sito un ‘contenitore’ unico in Sicilia: l’Incubatoio di Valle-Mulino S. Rocco, posto nell’incantevole vallata del torrente S. Leonardo e nel sito UNESCO di Ragusa Ibla. La struttura è di proprietà del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e viene gestita dalla F.I.P.S.A.S. (Federazione Italiana Pesca Sportiva ed Attività Subacquee) di Ragusa con la collaborazione scientifica del biologo Antonino Duchi. Liniziativa è stata realizzata con la collaborazione di docenti e studenti dell’I.T.I.S. “Majorana” e del Liceo “Vico” di Ragusa che hanno potuto visitare un sito che ha una valenza di bene culturale (il mulino ad acqua) ma al contempo ospita il primo incubatoio di valle della Sicilia.
Inoltre si sta mano a mano costituendo un angolo museale dedicato alla storia del “Progetto Macrostigma” ed alla conservazione della fauna ittica dei corsi d’acqua iblei. La giornata mondiale dell’ambiente al mulino San Rocco ha visto anche gli interventi, dopo l’introduzione della dirigente A.R.P.A. di Ragusa, Maria Antoci, di Teresa Giannone, collaboratrice di A.R.P.A., della biologa Laura Occhipinti di A.R.P.A. e dello stesso Duchi. Rimanendo nel tema dei corsi d’acqua dolce iblei, Legambiente riporta i dati ottenuti, dopo un lungo iter di richieste sue e della Fipsas, dalle analisi effettuate dall’Arpa sulle acqua del Irminio a seguito della morìa di pesci avvenuta nel 2015. Dati che confermano che si trattò di inquinamento chimico da cloro. Rimane da capire, afferma Legambiente, “come una tale quantità di cloro possa essere finita in un tratto di fiume che non era stata mai soggetta a simile inquinamento, a memoria d’uomo. Ed anche su questo le analisi paiono indicare una via piuttosto chiara: il potabilizzatore delle acque della diga, che è infatti collocato proprio in prossimità dell’area inquinata.
Le analisi infatti hanno mostrato anche la presenza di altre sostanze, quali cloroformio e bromodiclorometano, che sono riscontrabili negli impianti di potabilizzazione delle acque. Va evidentemente individuato chi e perchè abbia compiuto un tale scempio. E’ palese che, al di là delle responsabilità personali, vi è una responsabilità gravissima di chi ha deciso di collocare un simile impianto proprio lì in prossimità del corso d’acqua: in pratica una vera e propria bomba ad orologeria per il fiume e la sua fauna”. Negativo al 100% il giudizio finale “vediamo come negli anni questi fenomeni gravissimi vadano aumentando di frequenza, testimoniando un’incuria assoluta per il nostro principale fiume, ed una totale insensibilità per l’ambiente e quindi per la salute che ad esso è collegata, come dimostrato dalla grave crisi idrica verificatasi a Ragusa anni fa a seguito dell’inquinamento della Cava Misericordia.
Le associazioni intendono costituirsi parte civile se si arriverà, come auspicano, al più presto ad un procedimento, ma intanto chiedono che venga nuovamente presa in considerazione la possibilità di eliminare tale ‘spada di Damocle’ per il nostro fiume costituita dal potabilizzatore delle acque dell’Invaso di S. Rosalia”. Per chiudere infine in bellezza il discorso difesa del territorio, ammirevole l’ultima, in ordine di tempo, iniziativa, ovvero la pulizia del cosiddetto “sentiero dei mulini”, un percorso naturalistico di rara bellezza, recuperato con fondi europei, che partendo da piazza della Repubblica a Ragusa Ibla scende fino al torrente San Leonardo, passando per l’antica “filanda Donnafugata”, raro esempio di archeologia industriale di metà ‘800. L’operazione pulizia è stata compiuta da un gruppo di volontari del circolo Legambiente “Il Carrubo “ di Ragusa coadiuvati da un gruppo di migranti richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh, Ghana, Guinea, Gambia e Mali, ospitati dalla Coop.
Filotea, che hanno ripulito dai rifiuti e soprattutto dalla vegetazione la discesa San Leonardo. Sia il sentiero principale, che le scale ed i piccoli sentieri di accesso, invasi da piante che ne rendevano in molte parti difficoltoso l’attraversamento sono stati decespugliati e ripuliti, sempre nell’assoluto rispetto della naturalità del percorso. Si è così ottenuto il duplice obiettivo di incoraggiare i turisti a percorrere questo affascinante sentiero e di ripristinare l’antico rapporto che i cittadini ragusani hanno con il torrente San Leonardo. L’intervento è stato possibile solo grazie alla grande mole di lavoro volontario profuso dai migranti e alla disponibilità del Comune di Ragusa di ritirare, attraverso la ditta Busso, i circa 40 sacchi di erba e rifiuti raccolti. Infine una annotazione del presidente del circolo Legambiente Claudio Conti “è doveroso sottolineare come tutti i migranti pur trovandosi nel periodo del Ramadan che prevede la completa astensione da cibo e bevande, compresa l’acqua, dall’alba al tramonto, non si siano risparmiati a lavorare sotto il sole e i 30 gradi di temperatura a mezzogiorno; il loro sforzo è stato notevole, regalando al loro intervento un sapore, se non eroico, quanto meno intrepido e sfatando, almeno in questa occasione, il luogo comune che li vuole solamente ospiti e assistiti. Per un giorno si sono comportati da cittadini di questa comunità donando un po’ del loro tempo gratuitamente alla città”. (da.di.)