Se dovessi postare un tweet potrei limitarmi a scrivere soltanto il titolo della presente nota, volendo invece argomentare i motivi che m’inducono ad affermare una frase così forte, tenterò di spiegare le tante ragioni che rendono il nostro Paese l’ultimo della classe in ambito europeo e cosa ancor più grave una Nazione senza reali prospettive d’un futuro migliore. Sono anni, troppi anni, che non possiamo più vantare una classe politica degna di tale nome.
A volte mi chiedo perché in Italia non sia più possibile riconoscere degli Statisti come nei decenni passati! Uomini e donne di notevole spessore culturale ma soprattutto con grande senso dello Stato, che dal dopoguerra agli anni novanta hanno contribuito a rendere prestigioso il nostro Paese, varando riforme che hanno reso concreto il benessere diffuso della popolazione che ha conosciuto un trentennio di grande serenità sociale. Da almeno vent’anni assistiamo invece all’arrampicata di donne ed uomini impreparati al ruolo per il quale si candidano e che riescono a conquistare grazie ad un elettorato divenuto sempre più incapace di dare il proprio consenso su base meritocratica ed accettando compromessi derivanti dal famigerato clientelismo politico.
Oggi, ne paghiamo le conseguenze in maniera devastante: abbiamo il debito pubblico più alto d’Europa, il più alto numero di parlamentari con stipendi doppi o tripli di altri Stati della Comunità europea, che non contenti di guadagnare cifre che i comuni cittadini si sognano, molti di loro non disdegnano di farsi corrompere per ingrossare i loro portafogli e consentendo a molti delinquenti camuffati da imprenditori di costruire strade, ponti, edifici che crollano come cartapesta, uccidendo incolpevoli cittadini. Ma ciò che indigna il cittadino comune è il mantenimento d’un privilegio insopportabile come il vitalizio di cui godono questi signori – almeno quelli che hanno occupato le poltrone del Parlamento e del Senato, spesso immeritatamente, fino al 2012 – e che vergognosamente dichiarano che sia un loro diritto acquisito, intoccabile sotto il profilo costituzionale.
Sarebbe giusto che ci spiegassero perché lo stesso diritto di milioni d’italiani, dalla sera alla mattina, grazie alla lungimiranza di Monti e Fornero, sia stato rivisto spostando di alcuni anni il diritto alla pensione e mandando in rovina tanti cittadini. La disoccupazione ha raggiunto livelli vergognosi, i giovani tornano ad emigrare come negli anni sessanta verso altri Stati europei, gli anziani in pensione si trasferiscono verso alcuni Paesi dell’est o in alcune regioni della Spagna dove il tenore di vita consente loro di trascorrere gli ultimi anni della vita in maniera dignitosa. Lo stato sociale continua ad essere limato per tentare di far quadrare conti che ogni mese diventano sempre più ingestibili, si tagliano risorse ai Comuni ed alle ex Province che a loro volta non riescono più a garantire servizi essenziali nelle scuole, nella manutenzione delle strade, nell’assistenza ai più bisognosi.
In Italia non si fanno più figli e d’altra parte come potrebbe essere altrimenti in un Paese nel quale il tasso di disoccupazione giovanile è al 40%? Stiamo infatti diventando un Paese di vecchi, oggi gli ultrasessantacinquenni raggiungono il 22% della popolazione! Da anni, rimpallandosi le responsabilità, non riescono a varare una legge elettorale che dia concretamente la possibilità ai cittadini di scegliersi il proprio rappresentante parlamentare e non sarà per nulla facile che ne trovino una che non sia una pagliacciata poiché ciascuna delle forze politiche tende a tutelare le proprie posizioni. Eppure, malgrado questi pochi esempi citati, che da soli basterebbero a far vergognare le facce più bronzee, assistiamo quotidianamente a proclami di questi signori che andrebbero cacciati a pedate e processati per aver condotto alla rovina il Paese che un tempo fu la quarta potenza mondiale e che oggi viene strigliato un giorno si e l’altro pure dalla comunità europea per inadeguatezza sotto diversi profili.
Alla luce di come realmente è messa oggi l’Italia, come si potrebbe ragionevolmente presumere che questo nostro Paese possa avere un futuro? Ecco perché con tanta amarezza non posso che affermare:poveri italiani!