Il premio nobel per l’economia Joseph Stiglitz lancia un allarme che oramai sta assumendo aspetti inquietanti. Infatti nel mondo soltanto 8 persone detengono il reddito della metà della popolazione mondiale (circa 3 miliardi e mezzo di persone).
Se la maggioranza dei cittadini sente di non beneficiare a sufficienza – o per niente- dei proventi della globalizzazione finirà col ribellarsi al sistema economico nel quale vive. In realtà dopo Brexit e i risultati delle elezioni americane, ci si deve chiedere seriamente se questa ribellione non sia già cominciata. Per alcuni soggetti la diseguaglianza è una questione morale, ma per tutti è sempre più una questione economica e politica che mette in gioco il futuro dell’economia di mercato per come la conosciamo.
Come si sia potuto consentire a pochissime società – che detengono il potere economico mondiale – siano di fatto esentate dal pagare la giusta quota di tasse consentendo loro di utilizzare le giurisdizioni con fiscalità agevolata? Si sono incoraggiati paesi – anche in Europa – a partecipare alla dannosa corsa al ribasso sulla tassazione degli utili di impresa, in cui gli unici a perdere davvero sono i poveri del mondo. L’Africa da sola perde 14 miliardi di dollari di entrate a causa dei paradisi fiscali usati dai suoi super ricchi. Questa cifra sarebbe sufficiente a pagare la spesa sanitaria per salvare la vita di 4 milioni di bambini e impiegare un numero sufficiente di insegnanti per mandare a scuola tutti i ragazzi del continente africano.
Ma come sia possibile si chiede Stiglitz, che i top manager portano a casa uno stipendio 300 volte superiore di un loro dipendente medio? E ancora, come sia possibile che gli utili di impresa vadano redistribuiti agli azionisti – in una misura eccessiva rispetto a qualche decennio fa – e non vengono reinvestiti in tecnologia e capitale? Negli ultimi 25 anni, in molti paesi, le regole dell’economia liberista sono state riscritte col risultato di rafforzare il potere di mercato e far esplodere la crisi della diseguaglianza.
Quando i profitti hanno questo origine e determinano questi risultati, la ricchezza delle nazioni è destinata a diminuire, l’aumento della diseguaglianza cresce a dismisura ed è pertanto necessario riscrivere le regole per favorire investimenti a lungo termine, una crescita più veloce e una prosperità condivisa.