E’ incredibile, ma dopo oltre quarantanni si continua a discutere se legalizzare/liberalizzare le cosiddette droghe leggere. Tanti anni fa si pensava che tali droghe fossero l’anticamera per le droghe pesanti: ovvero che la delinquenza organizzata utilizzava la strategia di immettere nel mercato dei giovani utilizzatori – magari attraverso ragazzi più o meno fruitori delle sostanze – una certa quantità di merce e che dopo aver foraggiato ed abituato tanti giovani al loro utilizzo … improvvisamente scompariva "la droga leggera"ed appariva invece la droga pesante – eroina o similare.
Per molti ragazzi, spinti dalla curiosità, dalla propaganda dei loro coetanei e dal basso costo del prodotto – all’inizio – l’utilizzo di queste droghe in poco tempo creava una dipendenza fisica e non solo psicologica. Da quel momento per i giovani e le loro famiglie iniziava un vero e proprio calvario, che tante volte sfociava nella delinquenza, nel maltrattamento dei familiari e qualche volta portava il giovane stesso in mondi oscuri dai quali non si torna più. Siamo ancora allo stesso punto di quarantanni fa: alcuni magistrati sono favorevoli (Cantone) alla liberalizzazione delle droghe leggere in quanto possono essere uno strumento per attenuare i traffici illeciti, controllare il mercato, i fruitori, vendere il prodotto in farmacia o dai tabaccai ecc. a prezzi controllati, altri sono contrari (Gratteri).
Mi chiedo, ma il tabacco o l’alcool sono meno dannosi delle cosiddette droghe leggere? La storia ci ha insegnato che anche queste sostanze sono passate attraverso un periodo di proibizionismo e sono presenti nel mercato con prezzi controllati e sono cause di morti (tumori e cirrosi epatiche). In Italia le vittime del tabacco sono stimate sulle 80mila all’anno. Le vittime dell’alcol sono circa 40mila. E invece non c’è una sola vittima causata da droghe leggere ci dice Roberto Saviano – Repubblica 25 giugno 2016 – e continua "…non convincerò gli scettici dicendo che applicando alla cannabis la stessa imposta del tabacco lo Stato incasserebbe in tasse tra i 6 e gli 8 miliardi di euro."
Se il mondo che viviamo non ci piace, abbiamo due possibilità davanti a noi. La prima è pensare al mondo ideale che vorremmo e quindi percepire come compromissorie tutte le misure intermedie, quelle che intervengono riformando gradualmente, e che siccome non riescono a risolvere il problema immediatamente e nella sua totalità, vengono avvertite come inutili. L’idealità sarà salva: ma la realtà va in rovina sempre più, allontanandosi dunque irrimediabilmente da quel mondo tanto ideale quanto irraggiungibile.
La seconda possibilità è quella di provare a riformare la realtà che viviamo: procedendo per tentativi, ragionando, misurandosi con la complessità dei problemi reali.
Restare fermi come si è fatto in tutti questi anni è sicuramente deleterio, ora finalmente il Parlamento sta discutendo di questa legge sulla legalizzazione della canapa – e non solo per fini terapeutici – che magari non sarà perfetta ma che permetterà di attenuare il traffico clandestino che foraggia le imprese criminali.
Per finire infine cito due realtà dove hanno depenalizzato il consumo della cannabis: il Portogallo e l’Uruguay dove il consumo non solo non è aumentato ma è addirittura diminuito.
Pietro Storniolo