Sembra proprio di essere in uno di quei racconti fantastici in cui il fantasma del castello (scozzese preferibilmente) periodicamente torna a terrorizzare gli ospiti. E a rinfocolare polemiche e diatribe, invece, nel consiglio comunale di Ragusa, ci pensa l’art. 48, delle note tecniche di attuazione (NTA) del piano regolatore generale, ovvero quello che disciplina le concessioni edilizie nelle zone riservate al verde agricolo imponendo che per costruire in tali zone occorre dimostrare il legame della residenza al fondo agricolo in quanto i soli interventi ammessi sono quelli connessi con l’esecuzione dell’agricoltura. Finalmente l’amministrazione Piccitto ha portato in aula, nell’ultima seduta consiliare, una sua delibera inerente la variante all’art. 48. Però l’atto di giunta conteneva una serie di refusi nonché un richiamo nella parte delle motivazioni al Piano Paesaggistico adottato 5 anni fa e non a quello molto più completo approvato circa un mese fa, così come conteneva prescrizioni generalizzate a nuove attività estrattive nel territorio comunale in contrasto con la vigente normativa e passibili di inevitabile contenzioso a danno del Comune. Pertanto tutti i gruppi consiliari (Insieme, Partecipiamo, Città, Partito democratico, Laboratorio 2.0, Movimento civico Ibleo) hanno invitato il Sindaco Piccitto a ritirare il provvedimento e a riformularlo, nel più breve tempo possibile, correggendolo nelle parti superate ed adeguandolo ai disposti normativi di settore. Fin qui la cronaca attuale, la cui prossima puntata è prevista per martedì prossimo, 28 giugno, data per la quale, alle ore 18,30 del pomeriggio, è stata convocata la seduta del consiglio comunale con un unico punto all’ordine del giorno, ovvero proprio la revoca della delibera di giunta del 24 marzo scorso e la variante all’art. 48 delle NTA del PRG vigente. La vicenda di cui parliamo aveva già visto un duro scontro in consiglio comunale durante la gestione commissariale del 2013, succeduta alle dimissioni del sindaco Dipasquale, in quanto nella interpretazione che ne aveva allora voluto dare l’ente, di fatto si allentavano i vincoli costruttivi per l’edilizia abitativa nella aree agricole. Era allora insorto il centrosinistra, dal Pd a Italia dei Valori al movimento Città e finalmente era stata richiamata quella che fu definita ‘ l’interpretazione autentica’ dell’art. 48 derivante dai pareri legali dell’Avvocatura di Palazzo di Città. Su tale problematica poi un sostegno alla interpretazione più protezionista era giunto nel marzo 2015 proprio dalla Regione Siciliana che aveva annullato una concessione edilizia relativa alla costruzione di 6 villette in zona agricola lungo la strada per Marina di Ragusa, in quanto si “configurava la lottizzazione abusiva e il grave danno urbanistico e ambientale”. Tra le motivazioni dell’annullamento addotte dal decreto del Dipartimento Urbanistica della Regione Sicilia e del parere del Consiglio Regionale dell’Urbanistica c’era proprio il fatto che la lottizzazione fosse in contrasto con l’art. 48 delle Note Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale di Ragusa in quanto non viene osservata una delle condizioni previste per la residenza in verde agricolo ammessa esclusivamente “ al servizio del fondo”. E in quell’occasione, Legambiente Ragusa aveva sottolineato “emerge che, per poter costruire in zona agricola, occorre dimostrare il legame della residenza al fondo agricolo in quanto i soli interventi ammessi sono quelli connessi con l’esecuzione dell’agricoltura”, come del resto l’art. 48 delle NTA citato ha più volte chiarito, confermato e ribadito”. (da.di.)