I geni influenzano l’età della pubertà, che a sua volta condiziona quella del primo rapporto sessuale, insieme all’età in cui si ha il primo figlio. A dirlo sono alcuni studiosi dell’università di Cambridge, coordinati da John Perry, che hanno condotto uno studio su oltre 380.000 persone, pubblicato sulla rivista Nature Genetics. La ricerca per la prima volta ha messo in relazione l’orologio biologico che regola la pubertà nelle donne (che nell’arco di un secolo è anticipata di oltre cinque anni, passando dai 18 anni del 1880 ai 12,5 anni del 1980), con gli altri fattori che determinano l’inizio dell’attivita’ sessuale. Fino ad oggi era risaputo che a influenzare l’età del primo rapporto sessuale fossero fattori sociali e familiari madopo questa ricerca si è visto che pure i fattori genetici hanno un peso, anche se non si sa quanto con precisione. Per identificare le differenze genetiche che regolano la vita sessuale, i ricercatori hanno analizzato i dati genetici di circa 120.000 donne e uomini tra 40 e 69 anni, custoditi in una bio-banca britannica. In questo modo hanno rilevato 38 varianti genetiche collegate all’eta’ del primo rapporto sessuale. Gli stessi risultati li hanno avuti analizzando i dati genetici di 241mila persone finlandesi e 20.000 donne americane con origine europea. Dai dati è emerso che sia l’età del primo rapporto che del primo figlio sono collegate, in parte, con i geni che agiscono sull’età della pubertà e alcuni tratti della personalità. Molte di queste varianti riguardano alcuni geni coinvolti nello sviluppo cerebrale, nella tendenza a comportarsi in modo rischioso, ad avere un temperamento irritabile, e ad una serie di comportamenti riproduttivi, come l’età cui si ha il primo figlio e il numero di figli. E’ il caso di una variante del gene Cadm2, che controlla le connessioni delle cellule cerebrali, e’ collegata al comportarsi in modo piu’ rischioso, ad avere rapporti sessuali più precoci e più figli.