Il diritto di cronaca e di informazione giornalistica è una conquista e un valore democratico. Tale diritto non può essere esente da una articolazione che vincola ad un Codice deontologico, in virtù della stessa democrazia che è anche dovere di tutela della persona umana. Per cui l’informazione deve attenersi a linee guida di essenzialità e interesse pubblico dei dati riportati e narrati. Soprattutto in relazione a fatti di cronaca la Corte di Cassazione lascia che sia il giornalista a selezionare i dati da divulgare, facendo però appello ad un elemento etico non trascurabile: la tutela delle persone coinvolte e il diritto alla riservatezza che viene garantito con il solo uso delle iniziali dei nomi e evitando l’uso di immagini, che secondo la legge non possono essere diffuse se non per le finalità per le quali sono state originariamente raccolte (ossia accertamento e prevenzione del reato). Inoltre “il diritto alla riservatezza e alla tutela della dignità personale va sempre tenuto nella massima considerazione”: articolo 25 comma 2 del codice privacy, richiamato anche nelle circolari emanate dalle forze di polizia. Secondo il codice deontologico dei giornalisti l’uso di immagini deve avvenire in modo lecito, secondo un principio di correttezza, secondo una dovuta valutazione in ordine di essenzialità, pertinenza e eccedenza rispetto alla notizia. Il giornalista sarà portato a valutare, caso per caso, gli elementi che caratterizzano l’episodio di cronaca, come la fase delle indagini e le caratteristiche del soggetto ritenuto autore del reato, soprattutto se le indagini sono in corso e senza negare il beneficio del dubbio; oltre a tenere in considerazione il tipo di reato e la tenuità dello stesso. Il principio è la tutela del soggetto e della famiglia, il riconoscimento della delicatezza del caso, la potenzialità lesiva della dignità della persona, connessa al rischio di enfatizzazione, legato allo strumento visivo nonché all’uso di termini e aggettivi che esprimono valutazioni personali del giornalista e negano i principi di essenzialità e di informazione neutra e corretta. Nel caso della “Domestica e ladra d’oro”, ”Domestica infedele”, nessuno di questi termini è stato valutato e rispettato; è mancata ogni tutela della persona, ogni considerazione di eventuali conseguenze; non si è evitata l’enfatizzazione, si è fatta cattiva e lesiva informazione. Occorre distinguere la cronaca dal gossip, la vita reale delle persone con le sue complicanze dalla enfatizzazione e spettacolarizzazione da talk show. Bisogna tenere presenti le persone, i vissuti, il contesto, le implicazioni familiari e complicanze sociali. Il giornalismo non può essere irresponsabile, non può cedere alla seduzione della “notizia” a scapito della dignità della persona, senza riguardo per le ricadute possibili sui familiari, sui figli, sui ragazzi. Un giornalismo che tenga questa condotta è immorale e boicotta la propria credibilità.
Evelina Barone