Omicidi in aumento a Napoli rispetto al resto d’Italia dove invece è stato registrato un calo. Da ciò il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, rilancia, per far fronte all’emergenza nel territorio partenopeo, la strada già seguita negli anni delle sanguinose faide tra clan: far presidiare ai militari gli obiettivi sensibili in modo da liberare più forze dell’ordine per il controllo del territorio. In poco meno di 2 mesi ovvero dall’inizio dell’anno sono stati registrati già dieci omicidi, tre in ventisei ore tra giovedì e venerdì: i killer hanno ucciso in due quartieri della periferia di Napoli, Miano e Agnano, e poi in un comune della provincia, Marigliano. Agguati che non risultano collegati tra loro anche se probabilmente sono simili per la motivazione ovvero la lotta dei clan per lo spaccio. "A Napoli abbiamo ottenuto successi straordinari nel contrasto alla camorra – ricorda Alfano -. Ci sono intere generazioni di clan in carcere, boss al carcere duro, ma c’è un dato mi lascia assolutamente insoddisfatto: i reati sono in calo ovunque, ma a Napoli gli omicidi aumentano. Dobbiamo zittire le pistole, l’ho detto anche a Renzi che adesso a Napoli ci vuole l’esercito". "Abbiamo il contingente Strade sicure – precisa il ministro – ma occorre una norma per mandare più soldati a Napoli. Ovviamente la città non va militarizzata, ma vanno diminuiti gli omicidi, e vanno liberate forze dell’ordine da mettere in strada". "Non sono d’accordo con chi sostiene che tanto si ammazzano tra di loro – conclude – noi non possiamo fregarcene e dobbiamo far star zitte le pistole". Della questione sicurezza parla anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: "Ce la faremo, non possiamo tollerare che un manipolo di violenti interrompa la rivoluzione e la rinascita della città". E il cardinale Crescenzio Sepe, celebrando la Giornata per la vita: "I portatori di morte non potranno mai vincere". (Agenzia)