Il 40% dei consiglieri regionali saranno donne. Lo prevede la legge sulle quote rosa nei consigli regionali approvata dall’Aula della Camera con 334 sì, 91 no e 21 astenuti. A votare contro Lega, M5S e Ala; Fdi e Conservatori e riformisti si sono astenuti. Ad oggi le percentuali ‘rosa’ sono molto più basse, con il caso clamoroso della Basilicata che non ha nemmeno una donna consigliere (Abruzzo 3,4%). Tre le fattispecie previste dal testo approvato a Montecitorio in via definitiva. Ove la legge elettorale preveda le preferenze, allora "in ciascuna lista" i candidati di un sesso non devono essere più del 60% del totale. Inoltre deve essere "consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima" Se invece ci sono le liste bloccate, la legge elettorale regionali dovrà disporre "l’alternanza tra candidati di sesso diverso, in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale". Infine se ci sono "i collegi uninominali, la legge elettorale regionale deve disporre "l’equilibrio tra candidature presentate col medesimo simbolo in modo tale che i candidati di un sesso non eccedano il 60 per cento del totale". In Italia tutti i consiglieri sono 897 di cui solo 159 donne ovvero aon una percentuale pari al 17,7%. Se alcune Regioni del centro-nord hanno percentuali accettabili di donne che siedono nei Consigli come in Emilia Romagna dove la percentuale è del 34,7%, in Toscana del 27,5%, in Piemonte del 26%, in Veneto del 22%, quelle del Sud hanno percentuali bassissime ovvero in Basilicata risulta lo 0%, in Calabria il 3,3% in Abruzzo il 3,4%, in Sardegna il 6,8% mentre in Campania è del 22%.