Dopo un avvio piuttosto lento, cresce l’attenzione pubblica sulla vertenza Eni Versalis che nasce dall’intenzione del colosso italiano degli idrocarburi di liberarsi del settore chimico rappresentato dalla Versalis, vendendolo a quello che in una nota sindacale viene definito “un fondo di dubbia valenza sociale e finanziaria”. Nella giornata di sciopero nazionale del gruppo di mercoledì 20 gennaio anche i lavoratori ragusani della società hanno partecipato alla mobilitazione con un sit-in dinanzi ai cancelli della sede di contrada Tabuna. E proprio sul timore “ di successive riduzioni degli assetti produttivi, organizzativi ed occupazionali penalizzando, di fatto, migliaia di lavoratori diretti e dell’indotto” si concentra l’attenzione dei sindacati territoriali di categoria Filctem, Femca e Uiltec che sottolineano come “nonostante l’apertura di un tavolo nazionale presso il Ministero dello Sviluppo economico restano immutate le nostre preoccupazioni sulla vendita di Versalis” e confermano “il convincimento che la società Eni debba mantenere il controllo sul capitale azionario, per continuare a svolgere nel settore della chimica, sia essa di base che “green” un ruolo fondamentale che dovrà essere rinforzato nei prossimi anni”. La soluzione che le sigle sindacali confederali individuano è quella di “chiedere al Governo nazionale di intervenire per il tramite del Fondo Strategico Nazionale, controllato da Cassa Depositi e Prestiti, per il mantenimento e lo sviluppo della chimica italiana. La Sicilia, inoltre, già fortemente punita con la chiusura della Raffineria di Gela e la fermata della linea di produzione del polietilene di Priolo, sarebbe ulteriormente danneggiata dalle assurde strategie industriali messe in campo dal management di ENI. Ragusa, in particolare, non può permettersi di subire questa ennesima beffa”. A conclusione della loro nota Filctem, Femca e Uiltec affermano di ritenere “la dismissione della chimica di Versalis una scelta inaccettabile, che non condividiamo affatto e che contrasteremo in tutti i modi”. Come primo risultato dell’agitazione sindacale, intanto, già nel pomeriggio stesso di mercoledì, in prefettura si è tenuto un vertice presieduto dal rappresentante del Governo Maria Carmela Librizzi, presenti il sindaco Federico Piccitto e i rappresentanti della CGIL, CISL e UIL e delle segreterie territoriali di Filctem, Femca, e Uiltec della provincia di Ragusa. I rappresentanti di queste ultime, Giorgio Saggese (Filctem), Filippo Scollo (Femca) e Giuseppe Scarpata (Uiltec) hanno consegnato al prefetto un documento con cui si chiede di sapere “quante di queste quote Eni saranno vendute al fondo internazionale di Private Equity e che ruolo avrà Eni, se di garanzia e controllo, oppure di semplice socio di minoranza con una porta sempre aperta per una retrocessione totale dalla chimica”. Il prefetto Librizzi oltre a dichiararsi disponibile e promuovere, a breve termine, un nuovo incontro con la presenza dei rappresentanti del Governo regionale ed i parlamentari nazionali e dell’Isola che rappresentano il territorio, ha assicurato il suo intervento nei confronti dei Ministeri competenti a cui verrà rappresentata la situazione di grave allarme determinatasi, che mette a serio rischio il futuro della chimica iblea. Da parte sua il presidente del consiglio comunale Giovanni Iacono, recatosi ad incontrare i lavoratori Versalis durante il sit-in, ha ricordato che “molte aziende storiche di Ragusa hanno chiuso ed altre, come la Almer, sono in grave crisi e questa cessione di quote da parte di Eni spa della Versalis rischia di essere l’ennesimo, fatale, colpo ad una economia ormai ben lontana da quell’isola nell’isola tanto decantata, a torto o a ragione” e ha sottolineato che “questa vertenza con l’Eni deve essere innanzitutto affrontata a livello nazionale e regionale per costringere l’ENI a rivedere radicalmente la propria posizione sul petrolchimico ed investire strategicamente nel nostro paese e nei territori, tra cui in primo piano Ragusa, che per oltre 60 anni hanno fatto diventare l’ENI uno dei colossi mondiali del settore”. E anche la politica cittadina si è messa in movimento a cominciare da Sonia Migliore consigliere Udc e portavoce del laboratorio 2.0 che, dopo aver partecipato all’assemblea dei lavoratori, insieme alla sua collega Manuela Nicita si è fatta promotrice di un ordine del giorno per convocare un consiglio comunale aperto sulla vicenda per “impegnare l’amministrazione cittadina a convocare urgentemente un consiglio comunale aperto, con la presenza di tutta la deputazione iblea, regionale e nazionale, di una delegazione della Versalis di Ragusa e delle sigle sindacali Cgil- Cisl e Uil, al fine di convergere unitariamente in un’ unica grande azione sinergica da poter condurre anche coinvolgendo i territori di Siracusa e Gela”. Tra i primi che sulla vicenda Versalis avevano lanciato l’allarme (“sembra che tutto stia passando inosservato” scrivevano l’11 gennaio scorso), i grillini del meetup Ragusattiva 5 stelle che ora chiedono “giù le mani dai posti di lavoro della Versalis” e ricordano come “l’adozione della chimica verde, oltre al significativo beneficio che ne trarrebbe l’ambiente, rappresenta per Versalis anche un’opportunità di business con elevate prospettive di crescita; tale crescita ed opportunità che deve necessariamente essere complementare a quelle della chimica tradizionale. Eni Versalis è stata finora tra i protagonisti di questa crescita e della chimica verde e ne ha fatto uno dei pilastri della propria strategia industriale per cui vogliamo fortemente che si continui su questa strada per gli anni a venire” dichiarando la propria vicinanza ai lavoratori Versalis ed in particolare a quelli dello stabilimento di Ragusa. (da.di.)