"Foresta pluviale degli alberi dragoni di Maromizaha" è il nome di un’area nel Madagascar che grazie all’unica stazione di ricerca italiana gestita dal dipartimento di Scienze della vita dell’università di Torino in collaborazione con il parco natura Viva di Bussolengo è diventata una zona nazionale protetta per decreto governativo. Questo eviterà di tagliare e bruciare i 1.600 ettari della foresta pluviale di Maromizaha, nella parte centro-orientale dell’isola. L’area di foresta ospita circa 3.000 lemuri fra i quali anche l’Indri, la specie più grande di tutte, che non vive in alcun parco zoologico del mondo perché nessuno è mai riuscito ad allevarla con successo fuori dal proprio habitat. L’animale, che emette un canto unico udibile fino a 4 chilometri di distanza, rimane in natura con meno di 10mila esemplari. I lemuri e il loro habitat sono minacciati dalla pratica del "taglia e brucia", in malgascio "tavi": le popolazioni locali abbattono gli alberi e poi appiccano il fuoco, per trarne carbone vegetale o nuovi territori da coltivare. Una pratica che ha contribuito alla scomparsa del 90% della foresta primaria esistente sull’Isola, insieme anche all’estrazione mineraria.