Tutto pronto per il Gay Pride che prenderà il via oggi pomeriggio a Milano, alle ore 16, da piazza Duca D’Aosta e si concluderà a Porta Venezia. Per il corteo sono attese oltre 50mila persone. La "Milano Pride" è la sfilata che conclude la settimana dedicata all’orgoglio omosessuale. Saranno presenti il sindaco Giuliano Pisapia e di alcuni assessori della Giunta. Tra i testimonial dell’evento anche l’ex calciatore del Milan Alessandro Costacurta. E se da una parte c’è chi parteciperà alla manifestazione in maniera festante dall’altra c’è chi fa polemica su un comunicato diramato dal consigliere del Carroccio, Luca Lepore. "Il Gay Pride è lo spettacolo dell’indecenza – si legge nella nota di Lepore – Tutto ciò in barba a quanto deliberato dalla giunta comunale n. 1288 del 28-6-2013 per contrastare la pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità della donna. La concessione di tale patrocinio svela inesorabilmente e inequivocabilmente l’ambiguità e il disturbo dissociativo della giunta rosso arancio che, da un lato, va a deliberare regole contro la pubblicità offensiva della dignità dell’essere umano e, dall’altro, va a sponsorizzare un evento che, pur condivisibile sotto il profilo della condanna delle discriminazioni e della rivendicazione dei diritti civili e delle libertà personali, sfocia sempre in accolte che possono essere tutto tranne che manifestazioni misurate, decorose, conformi al buongusto, rispettose della dignità e non compromettenti il senso del pudore dell’essere umano. La festa dei diritti e dell’orgoglio gay (come se l’orgoglio fosse una peculiarità esclusiva degli omosessuali, costituendo così una forma di discriminazione nei confronti di tutti gli altri esseri eterosessuali) si è sempre rivelata come un’eulogia del volgare e del vanesio, uno spettacolo dell’indecenza con ostentazione di glutei e seni nudi. Sacrosanto è il diritto di poter manifestare liberamente la propria tendenza sessuale (mai deve mancare il rispetto per le scelte altrui), ma senza trascendere in pagliacciate e in rappresentazioni disgustose e triviali che ledono la sensibilità e la dignità del pubblico. Dietro il morboso sostegno – conclude Lepore – a queste parate si cela il totale fallimento del refolo arancione e della politica pisapiana, espressione di un degrado morale degno degli ultimi tempi della Roma imperiale".